Vive un rapporto molto antico nella ceramica tra forma e pittura. Non sempre è dato che le due cose vivano alla pari, certamente sono interdipendenti e nei tempi più moderni la forma sembra prevalere sulla pittura. Forma e colore (supporto e pittura) non sono necessariamente più “pure” se separate, non si escludono. La bellezza dei cromatismi vetrosi ben si innesta sulle argille, caratterizzate queste dalla loro naturalità intrinseca e dall’applicazione degli ingobbi, a loro volta “argille”. C’è un fascino misterioso nel lavoro delle terre : la chimica, l’acqua, l’azione del fuoco, le mani….. E’ importante non sostare troppo su risultati assodati e quindi comodi, poichè questo porta alla limitatezza del mestiere e all’inerzia creativa. Ancora oggi in questo lavoro trovo molte potenzialità, anche solo rimanendo sui binari che mi sono costruito. Tendenzialmente cerco soluzioni essenziali all’immaginario di cui ogni persona è portatrice e del quale mi sento interprete. Mi auguro che qualcosa del nostro interiore possa essere colto, per divenire fenomeno condivisibile e costruttivo.
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